Il prossimo 11 maggio alle 18:30, in occasione del nuovo appuntamento con il format “Incontro con gli autori” sarà ospite di Magazzini Fotografici l’ingegnere, fotografo e attivista politico Gianluigi Gargiulo, in un evento curato da Luca Sorbo.
Sullo sfondo del Focus su Mario Giacomelli e di Terra e Mare – Omaggio a Guido Giannini, conosceremo il percorso creativo e visuale dell’artista partenopeo che ama definirsi “creatore di immagini” e che ha raccontato attraverso la fotografia il profondo legame con le sue origini.
Come spiega Luca Sorbo: “L’amore per Napoli nella sua complessità e varietà, l’impegno sociale e politico, la passione per la fotografia, un’insaziabile curiosità caratterizzano l’esperienza umana e visiva di Gianluigi Gargiulo. […] Il lavoro di Gianluigi non è quello del reporter, poiché le sue immagini non furono mai destinate alla pubblicazione, ma quello del testimone e dell’attivista politico.”
E sarà proprio Luca Sorbo a condurre e moderare l’incontro, attraverso domande e approfondimenti volti a ripercorrere la lunga ed interessante carriera del fotografo.
Segue testo di Sorbo dedicato a Gianluigi Gargiulo.
INCONTRO CON L’AUTORE
La Napoli di Gianluigi Gargiulo dal 1966 al 1976
La Napoli di Gianluigi Gargiulo dal 1966 al 1976
Mercoledì 11 maggio |h 18:00
INGRESSO GRATUITO
INGRESSO GRATUITO
Info:
328 76 66 584
magazzinifotografici@gmail.com
328 76 66 584
magazzinifotografici@gmail.com
Magazzini Fotografici
Via San Giovanni in porta, 32 – 80139 Napoli
www.magazzinifotografici.it
_____________
Via San Giovanni in porta, 32 – 80139 Napoli
www.magazzinifotografici.it
_____________
Luca Sorbo – La Napoli di Gianluigi Gargiulo dal 1966 al 1976
L’amore per Napoli nella sua complessità e varietà, l’impegno sociale e politico, la passione per la fotografia, un’insaziabile curiosità caratterizzano l’esperienza umana e visiva di Gianluigi Gargiulo.
Ingegnere, discendente di una storica famiglia di produttori di pasta a Torre Annunziata, è stato negli anni ’70 del Novecento uno degli animatori della vita politica e culturale napoletana.
Folgorato dalla visione di Blow up di Michelangelo Antonioni nel 1966, decide di avvicinarsi seriamente alla fotografia. Aderisce all’ Associazione Fotografica Napoletana, ma qui non trova la risposta a tutte le sue curiosità. La cultura fotografica del tempo era profondamente legata alla ricerca di belle immagini tecnicamente perfette, non vi era attenzione per il reportage e alla sperimentazione. Erano anni di profondi cambiamenti sociali, i giovani sentivano che era necessario un nuovo approccio alla vita ed all’esperienza artistica. Con un gruppo di amici decide di fondare una nuova associazione dal nome ATELIER ’70, che aveva come sottotitolo: Centro di incontro, confronto e scontro di tendenze di espressione visive.L’attività di ATELIER ’70 è di respiro nazionale con mostre ed incontri di grande prestigio. Si confrontano con personalità come Lanfranco Colombo, Vladimiro Settimelli, Peppe Alario. Le mostre coinvolgono giovani autori che sarebbero diventati i maestri della fotografia italiana come Mario Giacomelli, che presenta Verrà la morte ed avrà i tuoi occhi, Uliano Lucas, che presenta La rivolta studentesca a Milano nel 1969, Mimmo Jodice con L’inquinamento a Napoli, Luciano D’Alessandro con Gli esclusi.
Ingegnere, discendente di una storica famiglia di produttori di pasta a Torre Annunziata, è stato negli anni ’70 del Novecento uno degli animatori della vita politica e culturale napoletana.
Folgorato dalla visione di Blow up di Michelangelo Antonioni nel 1966, decide di avvicinarsi seriamente alla fotografia. Aderisce all’ Associazione Fotografica Napoletana, ma qui non trova la risposta a tutte le sue curiosità. La cultura fotografica del tempo era profondamente legata alla ricerca di belle immagini tecnicamente perfette, non vi era attenzione per il reportage e alla sperimentazione. Erano anni di profondi cambiamenti sociali, i giovani sentivano che era necessario un nuovo approccio alla vita ed all’esperienza artistica. Con un gruppo di amici decide di fondare una nuova associazione dal nome ATELIER ’70, che aveva come sottotitolo: Centro di incontro, confronto e scontro di tendenze di espressione visive.L’attività di ATELIER ’70 è di respiro nazionale con mostre ed incontri di grande prestigio. Si confrontano con personalità come Lanfranco Colombo, Vladimiro Settimelli, Peppe Alario. Le mostre coinvolgono giovani autori che sarebbero diventati i maestri della fotografia italiana come Mario Giacomelli, che presenta Verrà la morte ed avrà i tuoi occhi, Uliano Lucas, che presenta La rivolta studentesca a Milano nel 1969, Mimmo Jodice con L’inquinamento a Napoli, Luciano D’Alessandro con Gli esclusi.
Ricordiamo che questi sono anni in cui la fotografia non ha alcun riconoscimento culturale ed accademico e quindi tutte queste attività vengono considerate alternative.
Nel 1971 sono invitati a partecipare ad una manifestazione alla Fiera d’oltremare, OPTICA ‘71, ma le loro foto vengono giudicate non decorose, poiché mostrano la vita nei quartieri poveri e la realtà del sesso a pagamento e, quindi, sono esclusi. Allora decidono di esporre le loro foto all’aperto, in un vicolo vicino alla Facoltà di Architettura, che era uno dei centri della rivolta studentesca. La manifestazione, che ebbe un notevole successo di pubblico, si chiamò Fotografia Azione Visiva e fu uno dei primi esperimenti di arte nelle strade.Il lavoro di Gianluigi non è quello del reporter, poiché le sue immagini non furono mai destinate alla pubblicazione, ma quello del testimone e dell’attivista politico. Profondamenti permeato dalla cultura di sinistra che dominava l’Italia degli anni ’70 sente il dovere documentare la difficile situazione di alcuni quartieri di Napoli. Intenso e visivamente pregiato è il reportage su Sant’Erasmo ai Granili, che lo ha impegnato dal 1972 al 1974. Immagini realizzate in collaborazione con il comitato di quartiere, che era guidato da Enrico Cardillo, che scrive anche dei testi di presentazione delle foto. La Napoli dell’epoca portava ancora vive le ferite del Dopoguerra e la situazione di tante famiglie era davvero difficilissima. Questo reportage come tanti altri sono visibili sul sito www.gianluigigargiulo.it. Da segnalare anche il racconto del Rione Traiano del 1970, Le case puntellate al Vomero del 1975, Al mercato del ferro del 1968, Al Serraglio. Albergo dei poveri del 1971. I prigionieri del sesso del 1970 mostra un altro dei lati oscuri della città. L’ospedale della Pace del 1971 rileva le difficoltà del mondo sanitario e la difficile condizione dei ricoverati.
Molte delle immagini di Gianluigi si inseriscono nel contesto di ricerche visive che in quegli anni si svolgevano in tutta Italia. Basta ricordare il lavoro sui travestiti di Lisetta Carmi o Luciano Ferrara. Il reportage sociale aveva ampi spazi sui giornali e sulle riviste ed invitava i giovani più attenti a rivolgere lo sguardo alle realtà più degradate. Il fotografare di Gianluigi è sempre rispettoso dei soggetti, capace di evidenziare situazioni estreme senza però togliere umanità ai soggetti ritratti. Il suo stile risente del lavoro dei maestri con cui si confrontava, ma riesce sempre a trovare una sua coerenza e forza visiva.
Nel 1976, dopo la scomparsa dei genitori, sente il dovere di occuparsi dell’azienda di famiglia. Abbandona la fotografia, completa gli studi in ingegneria e per 20 anni si dedica solo all’attività professionale.
Alla fine degli anni ’90 ritorna il suo interesse per il linguaggio fotografico. Decide di sistemare il ricchissimo archivio di negativi e di immagini che possiede e che è possibile visionare sul suo sito.
Alla fine degli anni ’90 ritorna il suo interesse per il linguaggio fotografico. Decide di sistemare il ricchissimo archivio di negativi e di immagini che possiede e che è possibile visionare sul suo sito.
Gianluigi realizza, dal duemila fino ai giorni nostri, anche molte ricerche visive che espone in prestigiosi luoghi, documenta mostre, ma il compito di questo breve articolo era solo ricordare la sua attività negli anni ’70, sicuro che possa essere di interesse per molti.